24.2.05

Papa don't preach (2)

Questa mattina Papa Giovanni Paolo II è stato di nuovo ricoverato in ospedale a causa di una ricaduta influenzale.
Il TG1 ha dedicato all'avvenimento il servizio di apertura dell'edizione delle 13:30, della durata di 7' (ovvero quasi 1/4 della durata totale dell'edizione). A seguire, gli altri titoli relativi alla visita di Bush in Germania, all'arresto di un pericoloso latitante a Napoli e, dulcis in fundo, un aggiornamento sul rapimento di Giuliana Sgrena dall'Iraq... tra un goal di Crespo e un risultato di Champions League.

Venivamo anche informati che, alle 14:50, RaiUno si sarebbe collegata con Piazza Duomo per seguire, in diretta, i funerali di Don Giussani.
Dopo aver bucato sabato scorso la manifestazione romana in favore degli ostaggi iracheni, la Rai, stavolta, ha saputo come occupare le attrezzature esterne.

Sono lontani i tempi della sofferenza intima e solenne di Giovanni XXIII che, minato definitivamente da un devastante tumore allo stomaco e nonostante le pressioni del suo staff, si rifiutava di recarsi in ospedale opponendo un semplice e confortante: "Attendo serenamente la volontà del Signore".

23.2.05

Scusate il Bisticcio (Excuse the Pun)

Scusate il Bisticcio (Excuse the Pun)

Mi scusi, Peter, ma "necesse est".
In un sol colpo, Le voglio 'restituire' il favore di un piacevolissimo scambio epistolare e la soddisfazione di un Amico Ritrovato...

22.2.05

Le prime soap...

"Ma che, noi italiani ve imponemo a voi forse una trasmissione in televisione de nome Valmontone, Portogruaro, Gallarate? Perché voi ce dovete rompe li cojoni con 'sto Dallas?". (Alberto Sordi, Il Tassinaro, 1983)

20.2.05

Digitale (extra)terrestre

Dicono che l'inquinamento dell'aria, nelle grandi città, è arrivato a livelli fisicamente insostenibili.
Dicono che l'aspettativa di vita, a causa dell'inquinamento stesso, si sta abbassando sensibilmente.
Dicono che la circolazione "a targhe alterne" porti benefici (ma i risultati sono contrastanti).
Dicono che non riusciamo a produrre abbastanza energia elettrica.
Dicono che servirebbero altre centrali, magari ad energia atomica, per raggiungere certi livelli di produzione.
Dicono che i black-out sono inevitabili.
Dicono che l'energia elettrica costa così tanto poiché dobbiamo importarla dall'estero.
Dicono che basta un abete tranci una linea di alta tensione per mandare in tilt, un paese nell'Anno Domini 2003....

Alcuni, però, dicono che se il Governo avesse stanziato il contributo a fondo perduto destinato all'acquisto del famigerato decoder per il 'digitale terrestre' a favorire la diffusione di elettrodomestici di classe energetica "A", oggi l'Italia consumerebbe 1/3 di energia elettrica in meno...

Perplessità, sui titoli di coda.

17.2.05

Giacobinismo contemporaneo...

La 'nientologa' Silvana Giacobini, illustre friggitrice d'aria forzitaliota già responsabile di abominevoli crimini culturali quali la direzione di "Chi" e altre inutili amenità, fra vapori di Chanel e sbuffi di cipria ha intrapreso la conduzione di una nuova trasmissione mondana di cui non sentivamo assolutamente la mancanza.

Tale olocausto sociologico, intitolato acutamente e sobriamente "Celebrità", grazie al Cielo è stato istituzionalmente relegato nell'invisibile serraglio del sabato pomeriggio televisivo, laddove qualsiasi trasmissione - nel soporifero immobilismo del giorno prefestivo - può, come molte acque minerali, "coadiuvare la digestione ed avere effetti diuretici".

Tale, sfrontata operazione massmediologica, però, impallidisce di fronte alle informazioni riguardanti autrice e contenuti, estratte dal sito www.canale5.it. Leggiamo testualmente: "Silvana Giacobini possiede bellezza e bravura adeguate per farsi largo subito nell'insidioso mondo del giornalismo. Eppure, per sua stessa ammissione, il segreto del suo successo è il non averlo affatto cercato! Semplicemente, da sempre non si risparmia, lavorando anche dodici-quattordici ore al giorno. Pur essendo soprannominata regina del gossip, la direttrice di Chi impone ai suoi collaboratori la verità assoluta in qualunque servizio". Concediamoci un attimo di respiro. Continuamo: "Curriculum: Silvana Giacobini, romana di nascita, milanese d'adozione, è entrata nel giornalismo televisivo quando ancora frequentava a Roma la facoltà di giurisprudenza. Fa il suo ingresso in Rusconi nel 1970 e in poco tempo raggiunge i vertici dirigendo Eva Express per quattro anni e Gioia per venti. Nel 1994 si sposta in Mondadori dove realizza un progetto editoriale da lei inventato e studiato e diretto: Chi, patinato ed elegante settimanale femminile di evasione e attualità".

IPSE DIXIT: "L'informazione deve essere corretta, senza invenzione", afferma infatti Silvana Giacobini. E' per questo che ama molto intervistare: per essere vicina ai personaggi, conoscere i loro sentimenti, le emozioni e il loro lato umano. Gianni Versace, Hillary Clinton, Elizabeth Taylor e la moglie di Arafat sono gli incontri che ricorda con maggior emozione.

DICONO DI LEI: "I suoi impegni non si limitano alla sola carta stampata: nel corso degli anni conduce infatti trasmissioni su RaiDue e Telemontecarlo. Per tre anni è il volto di Chi c'é c'é, un occhio sul mondo della moda, del costume e del cinema. Attualmente fa parte del cast fisso di Buona Domenica. E' autrice di due romanzi di successo: 'La signora della città' (Mondadori, 1994) da cui è stato tratto l'omonimo film per la televisione; 'Un bacio nel buio' (Mondadori, 1999), ugualmente trasferito sul piccolo schermo per la regia di Roberto Rocco e i volti di Eva Grimaldi e Patricia Millardet. Scrive anche il romanzo breve 'Diana, l'ultimo addio', pubblicato a puntate si Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno".

Te Le Visiono is BACK!

Finalmente i tecnici di Google hanno risolto i problemi di pubblicazione che mi hanno tenuto forzatamente lontano dal mio amato blog.

Negli ultimi giorni la televisione pubblica - ma anche quella privata - ci ha dato decisamente "dentro"... L'alienazione è cresciuta, come la voglia di sfogo.

Senza Blog come potevo fare?

Da oggi sono più felice.

14.2.05

Bella fregatura...

..un blog che non funziona...

10.2.05

Secondo me?

"Un bar Sport possiede un richiamo tanto maggiore, quanto più organicamente possiede attrazioni: ad esempio, è perfettamente inutile che un bar possieda un buon biliardo, se non ha un buon scemo da bar. E parimenti, un bar che possiede uno scemo di ottima qualità, non può competere con un bar che abbia un mediocre scemo ma che possa sfoggiare un ombrello dimenticato da Haller..." (Stefano Benni, Bar Sport, 1976)

Uno dei personaggi della memorabile carrellata di varia umanità propostaci da Benni nel suo mitico titolo era il Qualunquista Moralizzatore: un tipo che, con un vago ma definitivo "se andiamo avanti così, io non lo so..." o "qui ci vuole una bella ruspa e giù tutto" concludeva perentoriamente le animate ed articolate discussioni del gruppo perditempo.

Come in ogni Bar Sport nazionale, ogni mattina alle ore 8:50, Canale 5 ci propone (ci propina) una micro-inchiesta su temi d'attualità, introdotta e commentata dal giornalista e scrittore Paolo del Debbio. Pomposo (ma altrettanto vago) titolo: "Secondo Voi".

In (fortunatamente) pochi minuti di sintesi quotidiana, vengono trasmesse delle brevissime opinioni di comuni cittadini, fermati per strada ed intervistati telegraficamente su grandi temi di attualità: come gli spettatori di un qualunque Bar Sport, possiamo centellinare autentiche perle di saggezza popolare.

Il tema è il terrorismo? "Bisogna cacciarli tutti", "Abbiamo fatto bene a fargli la guerra", "I musulmani mi fanno paura", "La colpa è dei comunisti".
La puntata è incentrata sulle tasse? "Finalmente ne paghiamo meno", "Peccato che vadano buttate nello stato assistenzialista", "La colpa è dei comunisti".
E il caro-Euro? "Tutta una manovra di Prodi", "Dobbiamo tornare subito alle LIre", "La colpa è dei comunisti".
La delinquenza a Napoli? "Ci vuole la pena di morte", "Beh, sono meridionali...", "La colpa è dei comunisti".

Peccato che duri così poco.

Diceva Altan: "Gli italiani sono un popolo straordinario. Mi basterebbe fosse un popolo normale".

8.2.05

"Sbatti e ribatti"

Al posto de Il Fatto di Enzo Biagi e dopo Pierluigi Battista, a "Batti e Ribatti" oggi troviamo l'ex capo Ufficio Stampa di Forza Italia, Riccardo Berti.

"Che la porcata sia grossa (mettere in prima serata sulla rete ammiraglia Rai un giornalista che fino a pochi mesi fa redigeva la sintesi mattutina dei quotidiani per Berlusconi, che lo ha premiato poi con il posto alla direzione di Isoradio) non ci sono dubbi. Ma la notizia è che anche nel centrodestra si stanno rendendo conto di quanto la situazione sia veramente imbarazzante e cercano di cautelarsi per quando il "Batti e ribatti" di Riccardo Berti (in onda da lunedì prossimo) si materializzerà in tutta la sua probabile inadeguatezza". (Roberto D'Agostino)

"Ho espresso preoccupazioni sul metodo", spiega. "Su Berti sospendo ogni giudizio: non ho nulla di personale contro di lui, vediamolo all'opera. Dico però che sui criteri di scelta andava avviata riflessione che non c'è stata".
"L'anno scorso su 'Batti e ribattì si aprì un dibattito in consiglio, abbastanza ampio e anche con qualche lacerazione. Questa volta abbiamo appreso della scelta del conduttore, uscendo dall'altra riunione del consiglio, dai giornali e dalle agenzie. Trattandosi di un programma di punta di prima serata e sulla prima rete, affidato a conduttori importanti nella storia rai, come lo stesso Biagi, sarebbe stato utile fare prima una riflessione sui possibili criteri di scelta.
L'anno scorso, per esempio, accennammo a una possibile rotazione dei conduttori: dopo la sperimentazione in un'altra fascia meno impegnativa, si sarebbe potuto individuarne uno cui affidare la fascia serale. Altri criteri potevano essere il non avere precedenti esperienze politiche, o l'avere esperienze televisive. O magari si potevano sperimentare questi criteri tutti insieme. Anche perché, ribadisco, c'è in gioco l'immagine di tutta la Rai. Questa riflessione non c'è stata: e non lo considero un fatto positivo". (Marcello Veneziani)

La situazione televisiva comincia a farsi estremamente preoccupante e palese: altro che manipolazione dell'informazione... Non c'è bosogno di scomodare Travaglio e Gomez per dubitare delle intenzioni monopolistiche (e assolutistiche, anche se in modo provinciale e misero) dell'attuale maggioranza. A chi appellarsi, quando gli stessi consiglieri di destra ammettono le gaffes? Un uomo solo (e piccolo) al comando...

3.2.05

Beppe Grillo docet

"I nostri defunti si ribaltano nella tomba per la sfiga che li ha colpiti: quella di non poter partecipare a questa Grande Era.
La Grande Comunicazione Globale, poi c'è un terremoto da 200.000 vittime e dalle Hawaii dicono: "Mah, noi lo avevamo previsto con qualche ora di anticipo, solo che non sapevamo a chi telefonare...". Cazzo! In compenso, si sono salvati gli animali. Probabilmente dalle Hawaii hanno telefonato a loro. Nell'Era della Grande Comunicazione Globale, ci sarà pure un bufalo d'acqua con un cellulare trendy, no? E si sono salvati gli indigeni, quelli che vanno a caccia con arco e frecce, quelli dati per estinti, perchè poveracci sono fuori dalla comunicazione globale... ma hanno visto la marea che si ritirava e se ne sono andati verso l'alto, con gli animali.

Nell'Era della Comunicazione Globale sessanta canali televisivi mi parlano dello tsunami e mi dicono le cose più allucinanti. L'isola di Sumatra si è spostata di trenta metri, poi trenta centimetri, poi cinque, otto, ventinove, è più alta, più bassa, più larga, più stretta, si è girata su stessa e alla fine se n'è andata completamente, l'han vista ad Alassio, vicino alla Gallinara. L'asse terrestre si è inclinato un po'...Un po' quanto?! Beh, c'è chi dice qualche chilometro, chi dice qualche centimetro... Cazzo, ma cosa accadrà?! Faremo la fine dei dinosauri? Sì, no, forse? Nell'Era della Comunicazione Globale ti mettono in mano notizie del genere e fatti tuoi. Vedi tu se tenere da parte i soldi per comprarti un'Arca di Noé 4x4 turbo diesel con 800 cv e raggiungere mondi migliori o aspettare la morte per glaciazione.

Nell'Era della Comunicazione Globale possiamo parlare con il mondo intero. Mandiamo sms,ems,mms,mail, chattiamo tutta la notte con una cicciona del Maine che fa la collezione di colesterolo e ci ha mandato la foto di una figa presa sul web, parliamo, comunichiamo, comunichiamo, comunichiamo... poi per una precedenza non data ci si spara in faccia!
Se telefoni a un call center ne sanno quanto te. A volte, meno di te.
Ammesso che risponda qualcuno. Ammesso che non ti sbattano il telefono in faccia. Siamo nell'Era della Comunicazione Globale e non riusciamo più a parlare con nessuno. Una volta andavi da chi ti aveva venduto un prodotto e gli dicevi: "Oh, ciccio, sta roba non mi funziona...". Adesso devi telefonare a un numero. Verde, quando va bene. Quando non va bene paghi. Hai un problema dovuto a un loro prodotto e paghi per dirglielo. Poi paghi per stare in attesa e infine ti fanno girare così tante persone che alla fine se non hanno già messo giù loro metti giù tu. Ti hanno venduto un prodotto o un servizio che non funziona o che ha dei problemi e paghi per restare nella merda! Si è capovolto il mondo, altro che spostamento di qualche centimentro...

Nell'Era della Comunicazione Globale le comunicazioni ci arrivano anche quando non le vogliamo. Ci sommergono. Ogni giorno scarico dieci tonnellate di spam nella mia mailbox. Quotidianamente, almeno cento mail con soggetto "ENLARGE YOUR PENIS". Vogliono vendermi un metodo per ingrandire il bigolo. Le credenziali in effetti sono ottime: mi hanno già fatto venire due coglioni così.
Adesso mandano le mail non richieste con questa premessa: Ai sensi della Legge 675/96 sulla Privacy, la informiamo che il suo indirizzo E-Mail è stato rintracciato sui motori di ricerca. E quindi? Mi avete mandato una mail per restituirmelo?

Nell'Era della Comunicazione Globale ci sono quasi un miliardo di analfabeti nel mondo. Siamo tutti depressi. Le coppie si lasciano perché non c'è dialogo. I figli e i genitori non comunicano più e se comunicano è pure peggio. Papà, mi servono 300 sacchi ché devo comprarmi un hard disk, ho troppi pochi giga. Eh?! ma che cazzo dici?
Ma non puoi andare ad ubriacarti in discoteca come tutti?
Abbiamo smesso di parlarci e abbiamo iniziato a telefonarci solo col cellulare, più fico...poi un cell non basta, due , tre...l'importante è pagarlo almeno 500 euro ed avere quattro orecchie. Poi abbiamo smesso di telefonarci e abbiamo iniziato a mandarci gli sms. Quelli normali, quelli colorati, quelli con il disegnino, quelli con le foto e quelli con il filmato. Ciao, ti mando un filmato di me stesso mentre ti dico ciao! Ma brutto coglione, fai due passi e vieni a dirmelo in faccia che ci facciamo una birra. Siamo impazziti. Abbonati oggi e avrai 5000 sms in omaggio! 5000?! Ma che cazzo devo dire con 5000 sms?
Ma a chi cazzo li mando? Gratis, ovviamente. A noi qualcuno regala sempre qualcosa. Gratis, gratis, gratis. Questa è la comunicazione: fallo subito, è gratis! Abbonati, è gratis. Clicca qui, è gratis. E' tutto gratis! Ma voi, tranne a cari amici e parenti, avete mai regalato qualcosa a qualcuno?
Non parlo di beneficenza. Parlo di prendere una cosa, magari frutto del vostro lavoro, e regalarla a un perfetto sconosciuto che passa di lì. Così, per il gusto di regalarla. Magari, non so, c'è un idraulico fra di voi. A te idraulico che stai leggendo, ti è mai successo di alzare il telefono, fare un numero a caso e dire: "Buongiorno, sono un idraulico, vuole che venga a casa sua a rinnovare i tubi del cesso gratis"?

E nell'Era della Comunicazione Globale comunichi anche quando stai zitto. Con il silenzio assenso. Una mattina ti svegli, per esempio, e scopri di avere un servizio di segreteria telefonica. E l'hai chiesto tu stando zitto! Se parlavi, magari non te lo mettevano. Ma siccome sei stato zitto... cazzo vuoi? Ti riempiono di questi servizi. Sei circondato.
Anzi: è tutto intorno a te. Quando vedo la Gale ormai ho più voglia di scuoiarla che ciularmela. La Grande Comunicazione Globale e l'unica speranza che hai di comunicare con questi qui è che il Gabibbo si prenda compassione di te.

Nell'Era della Comunicazione Globale abbiamo perso il senso delle parole. Se non sei di destra sei comunista. Ma io non sono comunista! A me non piace il comunismo. Non mi piace nemmeno la sinistra, a dire il vero. Sono un lavoratore precario, non mi danno il mutuo per la casa, e il co-co-co se l'è inventato la sinistra!
Allora sei un anarchico. Macché anarchico, cazzo! Ah, bene, sei irascibile, eh? Allora sei un anarco-insurrezionalista.
E allora la comunicazione globale cos'è? Chi comunica cosa? Non lo so più, non mi interessa più. Io da ora in poi mi occuperò solo della comunicazione specifica, parziale, particolare, nella mia vita. Le uniche certezze che avrò saranno quelle che potrò dimostrare. Non mi interessano i pareri di nessuno, se li sento in televisione. Se mi fa male il culo, non mi faccio dire da un programma televisivo come devo posizionarmi allo specchio, verificare se ho o meno le emorroidi e come curarle. Vado dal caro e vecchio medico e gli dico: "Buongiorno dottore, mi fa male il culo". Saprà lui cosa fare.

Il problema è che, in questa epoca di grande comunicazione globale, quando ti fa male il culo non è per le emorroidi..."

(pezzo di Beppe Grillo, ricevuto da Letizia via e-mail)

Papa don't preach

Tema della giornata televisiva: "tutto il Papa minuto per minuto". Vita, quasi-morte e miracoli del Pontefice ricoverato.
I toni parossistici, da film-Luce, ne celebravano ieri sera praticamente la memoria. Lui, forse, un paio di corna sotto il lenzuolino del Gemelli le ha accennate...
Destra, sinistra, ex e neo-comunisti, fascistoni e suorine si sbracciano nelle manifestazioni - felliniane - di trepida solidarietà: non ci sono state risparmiate opinioni, valutazioni e il moviolone del Cardinal Tonini. Un bel baraccone.
Ma di fronte alla sofferenza la religione stessa non imporrebbe silenzio e rispettosa riflessione? Vogliamo esorcizzare la morte con la logorrea stereofonica?

2.2.05

Fòibafobìa?

Domenica prossima, 6 febbraio, RaiUno trasmetterà in due puntate "il Cuore nel Pozzo", film per la TV diretto da Gianluca Negrin e incentrato sulla tragedia delle foibe titine. Già risuonano gli snodi mandibiolari e gli echi dei morsi che Maurizio Gasparri (e altri notabili destrorsi) stanno assestando sulle coppe martoriate di attori e dirigenti Rai, nello smentire forsennatamente l'assenza di paternità nell'idea.
Scottante materia del contendere anche i presunti inviti alla "prima" (tenuta la sera stessa della ricorrenza del Decennale aennino in quel di Roma) "volutamente non spediti" alle autorità di altre aree istituzionali. Leo Gullotta, interprete principale, si defila in silenzio a metà della proiezione, Giuseppe Fiorello si schermisce, il regista pare appena atterrato da Marte. Boh...
La questione finisce nel consueto lancio di stracci, come ormai accade quotidianamente sia in video che fuori. Il braccio di ferro continua: attendiamo l'opera al varco della critica, storica e artistica.

1.2.05

Il Giorno della Smemoria

Giovedì 27 gennaio, sessantesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e ricorrenza del Giorno della Memoria, la Rai, dopo essersi profusa in uno di quei bagni di retorica ‘tout-court’ tanto accorata quanto, purtroppo, saltuaria e formale, ha deciso di concludere (più o meno) degnamente il palinsesto quotidiano proponendo in prima visione lo straordinario film “Il pianista” di Roman Polanski, basato sulla storia realmente accaduta al musicista ebreo Wladyslaw Szpilman e, a seguire, il solito giro di parole vespiano acutamente e anticonvenzionalmente intitolato “Mai Più”.
Tale sforzo pedagogico e divulgativo, oltre che pedante e – in fondo – irritante se paragonato al livello medio dei contenuti storici e culturali comunemente diffusi dalla Televisione di Stato in qualunque giorno della settimana (le trasmissioni di approfondimento e le testimonianze documentali sono generalmente deportate – ironia della sorte – in quei lager catodici che sono le ore notturne o i canali ‘minori’), ha raggiunto il proprio acme vergognosamente contradditorio durante la proiezione del film vincitore della Palma d’Oro a Cannes e di tre Oscar cinematografici.
Iniziato con il ‘solito’ ritardo alle ore 21:07 causa propagazione incontrollata di spot e di anteprime, all’avvicinarsi dei primi momenti di pathos e massimo coinvolgimento emotivo il film veniva interrotto – alle ore 21:32 – dalla prima interruzione pubblicitaria da sette minuti, comprendente il fascino di una coupé superveloce, le doti del cioccolato con più latte e meno cacao e un anticipo sulla nuova fiction interpretata dal veterinario Gigi Proietti (ma non era un maresciallo dei carabinieri?). Mah…
L’immagine di un bimbo morto di stenti e abbandonato sul marciapiede ci fa capire che, forse, siamo tornati alla proiezione del film: sono le 21:39. Rientriamo lentamente nell’espressione cupa e intensa del viso di Adrien Brody e, alle ore 22:06, la voce stridula della particella di sodio risuona tra i muri del Ghetto di Varsavia in fiamme. Seguono una gomma da masticare che non fa male ai denti, un miracoloso antirughe e, finalmente, la testimonianza della partigiana e orgogliosamente comunista Sabrina Ferilli che dichiara la sua passione per uno shampoo.
Ritorniamo di nuovo tra le macerie dolenti e i vagoni piombati alle 22:10, straniti e confusi più dalla condotta della Rai che dallo stupro della pellicola (e da quello che “dovrebbe” rappresentare), per essere di nuovo ‘interrupti’ alle ore 22:37 – per l’ultima volta, di grazia – e sapere che esiste un nuovo corso informatico a fascicoli settimanali, che gli scoiattoli mangiano cioccolatini al latte e che da oggi, non paghi di cretinate, possiamo anche aggiungere una colonna sonora alle nostra video-chiamate.
Lentamente la pellicola si dissolve nell’angoscia degli eventi narrati, immanenti e vicini, e nell’amarezza dettata dal confezionamento mutilato (e, purtroppo, simbolico) a lei riservato dal cosiddetto Servizio Pubblico, sempre e solo attento agli obiettivi commerciali (questo episodio ne è la conferma) e mai realmente educativo ed esemplare. Le parole, questa volta, non bastano: vergognamoci, almeno oggi, in silenzio, alla luce dei valori che tramandiamo quotidianamente ai più giovani attraverso quella rutilante e chiassosa scatola luminosa.