2.7.07

Un silenzio assordante.

Quando ci si interroga sulla democrazia, quando ci si indigna per un'ingiustizia, quando ci si impegna moralmente per una lotta che noi riteniamo intimamente doverosa, si tenga presente che la disponibilità del prossimo assomiglia terribilmente ai bricchetti accendifuoco. Ovvero quell'oggetto cubico, utilizzato spesso per gli accenditori da barbecue, che garantisce una consistente fiammata iniziale, fa tanto fumo (e molta puzza) e in pochi minuti è destinato ad affievolirsi e spegnersi... per trasformarsi definitivamente in cenere inerte.

Questo ho pensato nei mesi passati ad attendere una sentenza sul mio caso. Questo penso più che mai oggi, dopo che ogni tentativo di scuotere diversi bloggers dall'accidia di una vita placida non ha dato nessun frutto.
Ricordo le settimane successive a quel maledetto 6 febbraio 2006: tonnellate di solidarietà si riversarono in questo blog e - indirettamente - nella mia casella di posta elettronica. Ciò mi fece ben sperare per il futuro dell'informazione, confidando - come suggeriva da tempo Beppe Grillo - nella forza minuscola (ma insostenibile, se moltiplicata per migliaia di volte) del privato ed espressa quotidianamente nei singoli blogs.

Ma i giorni passavano, l'attenzione per le nostre vicissitudini pure. Di tanti "colleghi" (alcuni addirittura compagni di posts su altri portali) nemmeno più l'ombra, neanche per scrivere ed inviare due righe e chiedere aggiornamenti. Certo, per mia decisione il blog stava marcendo, ma la mia mail era sempre lì, pronta a ricevere qualche idea o qualche condivisione di valori supposti tali.

Questo silenzio mi ha fatto ragionare su tante cose, prima fra tutte che il blogger comunque non rappresenta nulla. Ho cercato, assolutamente senza successo, di coinvolgere in un dibattito asettico sia il citato Beppe Grillo che l'ormai super-garante-informativo Marco Travaglio, rintracciato per mezzo di Giulia Laganà (figlia e webmaster di Tana de Zulueta, da sempre - almeno sulla carta - garante di una certa libertà di informazione N.d.A.).
Nulla.

Ho anche inviato una richiesta di confronto al sito di Articolo 21, ricevendo sempre di rimando uno straordinario - quanto grottesco - silenzio. Ovvero: neanche un reply automatico e/o una gentile e ammissibile risposta "non ci rompa i coglioni, abbiamo altro cui pensare tra cui le posizioni di Santoro, Biagi, Luttazzi, Jannuzzi, Guzzanti al cui confronto, cerchi di capire, la Sua questione e la Sua persona non rappresentano un beneamato cazzo".
Nulla.

Allora, stanco e rassegnato, mi sono rannicchiato supino ad attendere passivamente lo svolgersi degli eventi. Il mio, il nostro caso - escluso il lodevole e professionale interessamento del giornalista Adriano Padua - scivolava lentamente e cronologicamente nei meandri di Technorati, verso un oblìo cosmico che solo la vicenda di Butirrometro ha contribuito a rivitalizzare. Rivitalizzare, certo, giusto il tempo per ravvivare il barbecue (v. sopra), indignarsi in modo molto chic di fronte ad un Martini e tornare a scrivere i propri posts sul destino cinico e baro e sul disastroso stato dell'Informazione in Italia. Sempre con stile, però.

Negli ultimi giorni ho, infatti, cercato di coinvolgere altri bloggers sulla vicenda, auspicando una partecipazione se non massiccia quantomeno appassionata alla tematica della querela e della strategia dell'inibizione da parte del potente verso il privato. Dopo tante letture e tante parole spese, da parte di tutti, sull'argomento, davo per scontata la volontà di conforontarsi e lasciavo pienamente disponibile questo mio luogo virtuale allo scopo.
Nulla.

Nulla. Nulla. Nulla.

Dopo la politica piccina del NIMBY, vedremo l'opportunismo del NIMB - Not in my Blog?