10.12.04

Vade retro, Lecciso!

La fine d’anno televisiva ci sta riservando uno dei fenomeni più inquietanti e – forse – più indicativi dell’attuale vacuità popolare di quanto qualsiasi fosco scenario futuristico Orwelliano potesse paventare decenni fa. Loredana “Forrest Gump” Lecciso, bamboletta gonfiabile disperatamente sbracata in minigonne del “vorrei ma forse potevo, una volta” e in scollature aperte sul polistirolo, levita leggera tra salotti, satira e notiziari, sballottata equamente tra reti nazionali e commerciali in aiuto messianico delle trasmissioni in agonia. Quasi paradossale nella sua espressione imperturbabilmente e palesemente asimmetrica (silicone del chirurgo surrealista? cazzotti di qualche telespettatore?) e nei capelli cotonati stile Platinette, Forrest appare come la materializzazione ubiqua dei peggiori incubi televisivi, limitandosi a presenziare in qualsiasi trasmissione e per questo scatenando, in modo assolutamente passivo, infuocati dibattiti di sociologi e “vips” (per favore, basta con ‘stà parola!). Ma lei furbescamente inganna tutti, rimirandosi perplessa nei monitors, troppo assorta nella propria, arrancante necessità di apparire. Chi è, o “cos’è”, Loredana Lecciso? Basta la notorietà riflessa del marito Al Bano per giustificarne l’overdose propinataci? La potremmo definire “effimero fenomeno trash” o “soubrette emergente dalle qualità troppo a lungo celate”? Evitiamo, in questa sede, di parlare anche della sorella: una raccomandata al quadrato, degna forse di una novella di H.G. Wells. Il deejay Linus ha efficacemente sintetizzato (e rapidamente liquidato, finalmente) la scottante questione con la massima “col trash si sdogana la merda”. E intanto Bruno “Sughero” Vespa ha dedicato alle Grandi Sorelle una puntata del suo serraglio, speculando sulla presunta somiglianza delle piccine con le mitiche Kessler: Natale è vicino, per cortesia non bestemmiamo.

3.12.04

Diamo i numeri...

Occultismo catodico dei nostri tempi. Primo episodio: TG1 delle ore 13:30, mercoledì 1° dicembre 2004. Verso la fine del telegionale viene introdotto un servizio sul lotto: in particolare sul “ritardo” accumulato dal numero 53 sulla ruota di Venezia (ritardo protratto ormai da 161 turni), che avrebbe portato alcuni ‘viziosi’ partenopei alla rovina. C’è chi si è venduto la macchina, impegnandola nel gioco, o chi si è rivolto al proprio sacerdote per chiedere un prestito, poiché ridotto sul lastrico. Da un notiziario serio, istituzionale ed episcopale come dovrebbe essere quello di RaiUno, ci aspetteremmo un intervento delucidatorio dell’illustre statistico che spieghi candidamente – al termine del servizio – come le possibilità che esca un determinato numero siano indipendenti (e purtroppo matematiche e non ponderabili) rispetto al “ritardo” che noi, umani suggestionabili, presumiamo afflligga certe magiche sferette. Ma nulla. Inculchiamo, quindi, anche in altri potenziali giocatori l’irrazionale e deleteria teoria, avvalendoci dell’avvallo del buon TG. Secondo episodio: questa mattina due oroscopi, trasmessi più o meno contemporaneamente ma da diverse sorgenti cosmiche (antenna e satellite), hanno predetto per gli stessi segni un immediato futuro palesemente differente, in alcuni casi addirittura agli antipodi. L’astrologia è chiaramente una scienza perfetta. E poi condanniamo Wanna Marchi, dopo aver spento il televisore.