31.8.05

La stanza del Marco


[pubblicato anche su TvBlog]

Da riminese e sportivo, non posso che biasimare lo staff di Giallo1 per aver utilizzato le immagini esclusive della stanza di Marco Pantani, offrendo quindi al pubblico ludibrio gli ultimi istanti dell'agonia - morale e fisica - di un idolo dei nostri tempi e facendone intuire gli angoscianti spasmi terminali, pregni di una crisi di estrema solitudine.

Laddove la morte e la disperzione impongono un velo di pietoso silenzio, qualche attimo di muta riflessione di fronte all'oppressione di un angelo caduto, l'occhio elettronico s'insinua e diffonde con sdegnoso cinismo il superamento degli estremi tabù, infragendo e - indirettamente - infangando la memoria stessa (il vero testamento spirituale) dell'uomo che fu Dio Ciclista.

L'Irene e la sua morbosa scena hanno letteralmente toccato il fondo (morale) delle nostre coscienze di telespettatori.

11.8.05

Chiuso per ferie.

Domani cominciano le vacanze. Non dureranno tanto: giusto un paio di settimane.
Interrompo il lavoro (e, di conseguenza, il blog) per ritemprarmi un attimo, sia dalla spremitura quotidiana del computer che (soprattutto) dalla fruizione televisiva.

Come spiego nell'ultimo post su TvBlog, infatti, questi ultimi giorni di lavoro e osservazione catodica mi hanno creato un certo malessere: un pò di ferie sono necessarie. La misura è colma.

Nelle ultime ore, telegiornali e palinsesti hanno dato il peggio di loro. Oddio, anche noi con i cassonetti bruciati e scene da favelas per una partita comprata non è che siamo riusciti ad elevarci poco sopra: in fin dei conti la TV è uno specchio elettronico della società in cui opera.
Comunque, appena posso, la sera mi rifugio nella riserva dorata di Sky alla ricerca di qualche buon documentario su History Channel (o National Geographic Channel), magari mentre registro una discreta pellicola d'altri tempi trasmessa da Rete4 a ore antelucane. Come ho già ribadito in altre situazioni, sappiamo valorizzare i programmi (e i kolossal) spostandoli in terza serata, irraggiungibili dalla nostra migliore attenzione. Non solo: grazie al Cielo esistono i nuovi formati di registrazione VHS 'lunga' come LP ed EP, che permettono di espandere la capacità del nastro: quando il programma si presume termini ad una certa ora, infatti, aggiungo arbitrariamente un discreto margine considerando le scellerate e interminabili inserzioni pubblicitarie (o 'rassegne stampa per pochi intimi' o telepromozioni di qualche miracoloso elettrostimolatore) che sicuramente ne storpierebbero lo zenith narrativo spostando l'orario di termine. Per un film o un documentario che comincia attorno alla mezzanotte, al danno si aggiunge così la beffa.

Non sto qui a riproporre la parafrasi dannunziana che l'agosto uggioso mi ha dettato in altro loco virtuale. In ordine sparso, comunque, sottolineo come tra una RAI allo sbando (amministratori decadenti, telegiornali farsa, bufale sull'audience, fiction onnipresenti, saturazione di santi, beati e parenti papali nei palinsesti, personaggi stracotti e riclicati) e una Mediaset alla bolsa riscossa (si ripresentano alla linea i soliti noti - ancor più strapagati - il calcio in esclusiva per piacer del Galliani - ma sostanzialmente rivoluzionato da Bonolis - e l'estinzione di nuovi formats creativi e stimolanti) l'autunno incipiente non fa presagire nulla di buono e si preannuncia come una brutt'epoque. E, grazie all'inesistente conflitto d'interessi, rimaniamo in attesa del terzo soggetto che possa godere.

Spegnamo, dunque, quell'apparecchio, dedicandoci alacremente alle nostre spiagge, alle montagne, ad un panorama infinito, ad un tuffo nel blu, alla festa dei cani, ai giochi dei figli, a noi stessi. Con i tempi che corrono, ci farà solo bene.

Buone vacanze.

8.8.05

Metti una sera il Paso...


Ci voleva la sensibilità e l'abilità giornalistica di Simona Ercolani e di una puntata del suo "Sfide", lunedì scorso, per rispolverare degnamente la carriera di alcuni indimenticabili miti del motociclismo italico, tra i quali spiccava la montatura e il ciuffo ribelle di Renzo Pasolini, il nostro "Paso".

Devo confessare che per chi, come me, era troppo piccolo per ricordarne le gesta, la carriera e l'aura dell'eroe sportivo, un pò ammirevolmente scriteriato, dei tempi antichi della meccanica, rivedere quegli occhi tristi incorniciati da una lente da intellettuale prestato alla velocità è stata una rivelazione. Contestualmente alla sua voce in sottofondo, infatti, gli archivisti RAI sono riusciti a proporre anche immagini in bianco e nero e colore relative alle gare 'giurassiche' - viste con l'occhio della tecnologia moderna e delle recenti norme sulla sicurezza - che si tenevano sui lungomare della nostra Riviera. Curve e rettilinei di un circuito a noi familiare: una sola balla di fieno frapposta fra i duecento chilometri orari e l'abituale muretto sul quale leggere il giornale la domenica mattina: questo rappresentava la differenza fra la vita e la morte nelle corse del motomondiale di trent'anni fa. In sottofondo, un ragazzo ombroso e straordinariamente normale si confessava al giornalista televisivo di fronte al Belvedere, passeggiando sul Porto Canale - la 'palata' - in una monocromia così vivida e affettuosamente 'nostra'.

Rimane l'amarezza nel constatare la maggiore sensibilità e capacità divulgativa dimostrata dalla televisione pubblica: come per lo speciale della settimana precedente dedicato a Marco Pantani, anche in questa occasione una trasmissione nazionale riesce a toccare le corde dell'animo locale meglio di quanto riesca a fare una 'festa' motociclistica (con polemiche annesse) o di tanti altri eventi di maniera, coinvolgendo inoltre parenti e amici in un ricordo affettuoso, toccante e degno della figura e dell'eredità sportiva di alcuni personaggi eccezionali.

Anche se vincente, nessuno è profeta in patria.

4.8.05

"Brothers in arms"


Il TG1 delle 13:30, ha dedicato alcuni minuti (a partire dalle 13:48) alla notizia del malore del fratello di Papa Benedetto XVI, a seguito del quale gli è stato impiantato un by-pass con intervento d'urgenza.

Non paghi di aver diffuso la ferale notizia agli spettatori attoniti e un pò distratti, è seguito un dettagliato servizio con telecronaca ospedaliera annessa. Credo che ad un parente prossimo di qualsiasi autorità, religiosa e/o politica, in un paese normalmente laico non sarebbe stato concesso medesimo, genuflesso trattamento mediatico.

Libera Chiesa in Libero Etere: ecco concretizzarsi il mio storico e sarcastico paradosso del "tubo canonico"...