Se lo dicono in TV...
Un tempo si diceva: "se ne parlano in televisione...", dando per scontato che l'ufficializzazione di alcune notizie (attraverso la loro videodiffusione nell'etere) fosse garanzia suprema di attendibilità.
Nello stesso tempo, i films hollywoodiani proponevano disastri di varia natura (uragani, terremoti, tsunami, meteoriti, invasioni aliene), dei quali l'imminenza era a conoscenza solo di pochi fortunati (agenti segreti, supereroi o generali delle forze armate)... che ben si guardavano dal diffonderla in TV. Sarebbe stata azione scellerata, infatti, per le scene di isterìa collettiva e panico generalizzato che la notizia avrebbe causato nella popolazione.
Il nuovo millennio, ha di colpo 'smentito' questi luoghi comuni ereditati da un antico modo di concepire - e fare - la televisione. Abbuffarsi di fronte ad un lauto pranzo e, contemporaneamente, scoprire dalla voce elettronica del TG che le armi di distruzione di massa irachene - tanto "pubblicizzate" in TV - in realtà non sono mai esistite o venire a conoscenza che ci sarà un attentato chimico (no: atomico, no: convenzionale...), a Roma (no: a Milano, no: a Firenze...) entro Natale (no: Pasqua, no: domani...), giocando bellamente con l'adrenalina di milioni di persone è un gioco scellerato e idiota, che detronizza la credibilità del mezzo televisivo trasformando ogni notiziario in una carica a salve.
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