Live8: è calato il sipario
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Ok. Live8 è finito ovunque.
RaiTre, probabilmente vivendo grosse crisi di coscienza, sta attualmente proponendo (ore 01:48) le immagini 'tagliate' durante gli spot, i TG e le esibizioni sovrapposte. Giusto proporle in differita a quest'ora antelucana: chissà che effetto, sulle menti offuscate dal sonno...
Vabbé. A parte questo e dimenticando le disavventure di Indignato, stavolta 'indignatosi' davvero (e a ragione), vorrei scrivere qualche sensazione a caldo, prima di far scendere la notte definitivamente sulla giornata straordinaria e sui miei aggiornamenti remoti ed assemblati d'istinto...
1) Geldof ha perfettamente ragione quando parla di 'potenza dei media e dei cantanti'. Nessun Capo di Stato o di Governo al mondo è capace, al cenno di una mano, di far alzare e saltare duecentomila persone (come Robbie Williams, ad esempio): penso che molti politici abbiano "paura" del potere comunicativo di questi opinion-leader. Giusto che si muovano i re delle presunte canzonette, gli attori, i comici: se ciò deve servire a sensibilizzare anche solo una coscienza, ben vengano certe iniziative.
2) Peccato per le defezioni di alcuni nostri cantanti, che purtroppo non hanno compreso appieno né le finalità dell'operazione, né la magra figura che hanno fatto nel negarsi al coinvolgimento universale. Vasco avrebbe potuto partecipare in apertura, come hanno fatto i ben più noti (e stressati) U2, lasciando da parte - per una volta - le solite polemiche con i colleghi o gli organizzatori e scappando alla chetichella per suonare ad Ancona (gli U2 si sono poi esibiti a Vienna). Peccato davvero, anche per Pino Daniele (e per Ramazzotti, i Pooh, Celentano, Dalla, la Consoli e qualsiasi altro artista che sia stato contattato e abbia declinato un invito vitale al coinvolgimento diretto del proprio pubblico).
3) Memorabile, assolutamente memorabili le performances di Who, McCartney, Sting, Lennox, l'istrionismo di Williams e il carisma dei Floyd (emozionanti come un secolo fa). In particolare McCartney e gli Who sono stati decisamente all'altezza della situazione, molto di più che nell'85 (acustica perfetta, forse, aiutata anche dalla maggiore tecnologia disponibile). McCartney è apparso molto più a suo agio con il repertorio dei Beatles: vent'anni fa non lo suonava da molto tempo. Venendo ai "nostri": non scontato Zero, simpaticissima la "Roma Capoccia" di Venditti/Baglioni, trascinante il ritorno di Zucchero alle rustiche origini e travolgente Lorenzo.
4) Non tutti, forse, hanno notato la finezza del brano di apertura cantato da McCartney/U2 ("Sgt. Lonely Heart Club Band"). Il brano inizia con la strofa "it was twenty years ago today..." (riferimento al precedente Live Aid). Inoltre, trattandosi di evento simultaneo globale, ci ha riportato ai tempi in cui i Beatles avevano inaugurato la prima trasmissione satellitare con "All you need is love" (1968).
5) Inaspettato colpo di scena è stata la comparsa di Bill Gates, a metà pomeriggio, sul palco di Londra. E' stato realmente un colpo di genio da parte di Geldof e dello stesso Gates (come non leggere però, maliziosamente, anche una subdola manovra di marketing?): speriamo solo che "laddove non può una canzonetta possa una delle più potenti multinazionali del pianeta". La cancellazione del debito è, attualmente, l'unico scopo da tenere a mente: ben vengano i Gates a proporci Windows al posto del riso, se questo deve servire alla causa...
6) I miti imbiancano, come noi ormai. Gilmour, Townsend, Daltrey, McCartney sembrano realmente delle "vecchie zitelle inglesi"(definizione di La Repubblica). Lo stesso George Michael sembra lo zio di quello che avevamo lasciato nell'85. Stevie Wonder e Simon Le Bon si devono ormai spostare su un muletto: sono ingrassati di diverse decine di chili. Solo Elton John resiste, dietro i suoi occhialini e i suoi completi improbabili, come una cariatide hollywoodiana. Ma che verve, che stile, che fascino... A parte qualche giovane di buona volontà, i confronti fra nonni e nipoti è sempre più imbarazzante (a favore degli "anziani", ovviamente!).
Per concludere: grazie di nuovo, Sir Bob.
Questa giornata la ricorderemo per un pezzo, come spero la ricordino i nostri governanti per lo meno tra una settimana.
Buona notte a tutti.
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