Porca a Porca?
Quando verrà elaborato il nuovo Codice di Procedura Penale i giuristi dovranno introdurre, in coda ai giudizi di Appello e Cassazione, anche l’audizione televisiva tramite soliloquio dell’imputato (con fini unicamente pubblici ed immancabilmente assolutori) davanti all’Alto Tribunale Rai presso Porta a Porta, presieduto da “Vostro Disonore” Dottor Bruno Vespa.
Tale Tribunale Speciale, che si riunisce da diversi anni “a mezza sera” (termine coniato dallo stesso Conduttore per indicare una fascia oraria che va dalle ore 22:00 circa, all’alba del giorno dopo) e al termine di tutte giornate feriali che Nostro Signore manda in Terra, ha rappresentato negli ultimi tempi il pulpito nazional-popolare dal quale alcuni imputati (coinvolti in risibili processi che spaziano dall’associazione mafiosa alla corruzione, passando per l’infanticidio e i crimini di guerra), senza contradditorio e con il pronto supporto del proprio avvocato difensore vicino di poltrona, hanno goduto di una gustosa sentenza subliminale “di non luogo a procedere” di fronte all’opinione pubblica, costruita con fatica e mirabile abilità mediatica in oltre due ore di salotto televisivo senza capo né coda.
Straordinariamente soprannominato da Gianpaolo Pansa “il Grande Sughero” per la capacità di ‘galleggiare’ per decenni tra i marosi delle alternanze di Governo e delle simpatie personali del Potente di turno, questo Vespone truccato è riuscito, negli anni, a imporci un carrozzone luccicante ma mai arguto, non informativo o – in fin dei conti – particolarmente piacevole, dimostrando così anche una certa capacità nel destreggiarsi tra le notizie e i fenomeni contemporanei senza, in realtà, effettivamente esplorarle o analizzarli. Un barattolo sotto vuoto.
Già quella sigla/colonna sonora ridondante e kitch (“Via col Vento”) inquieta il telespettatore, spiazzato da un accostamento tanto audace (cosa c’entra Rossella O’Hara con Tremonti?): l’angoscia però lascia presto il campo all’irritazione quando, proprio nel momento esatto in cui la conversazione o il dibattito sembrano incredibilmente farsi interessanti, il puntuale conduttore preme personalmente (come da immagini di Striscia) un pulsante posto sotto la propria scrivania, facendo così risuonare uno stereofonico campanello che annuncia l’ingresso di un ospite (che, generalmente, non c’entra nulla con l’argomento trattato in quel momento) distraendo la conversazione per riportarla sugli usuali binari della iperglicemica banalità formale. Bisogna, in fondo, dare atto al Vespone che invitare Valeria Marini alla puntata sull’aumento del costo della vita o Mara Venier in occasione della discussione della nuova legge Finanziaria, senza peraltro parlare effetticamente di quegli argomenti, è intuizione forse geniale e sicuramente diabolica. Lode, quindi, all’Superuomo Sughero, amico dei Sovrani, dello share e di sé stesso, sinonimo di “politicamente corretto” e incarnazione della mediocre piacioneria dei nostri tempi.
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