29.4.05

Plutocrazie Occidentali


Rivesto, mio malgrado, il duplice ruolo di osservatore televisivo (part-time) e di pubblicitario (full-time). Considerando la quantità di spot con i quali siamo bombardati quotidianamente devo riconoscere, sinceramente, che spesso mi trovo in "conflitto di interessi". Ogni volta che seguo un filmato promozionale, infatti, mi sento intimamente combattuto tra due sentimenti opposti: il disgustato rifiuto estetico (la qualità degli spot italiani è mediamente pessima) e la rassegnata accettazione commerciale (le esigenze dei clienti e del mercato spesso impongono la semplicità - o la brutalità - del messaggio).

In questa prudente ma antitetica ottica mi pongo di fronte oggi al recente spot FIAT che, in ultima istanza, per risollevare le sorti dell'azienda punta tutto sull'emotività patriottica d'altri tempi: in sostanza, infatti, mostrando diversi soggetti stranieri ringraziarci nella propria lingua, il filmato ci mette a conoscenza che il nostro foraggiamento delle economie nazionali avviene attraverso l'acquisto dei loro prodotti (banale, ma efficace).

In quest'ambito di comprensibile - ma dozzinale - sciovinismo, mi sovvengono ancestrali retaggi culturali di "fiere autarchie", di "demoplutocrazie", di "sionismo internazionale" e tutta quella bagarre di luoghi comuni spremuta durante gli anni Trenta e Quaranta per giustificare un'incomprensibile cultura xenofoba e instillare forzosamente nella popolazione un risibile (e mai diffuso, oggettivamente) sentimento d'italica superiorità genetica, bellica ed industriale.

Nei tempi moderni e fieri del pan-europeismo e della globalizzazione commerciale, dipingere ambiguamente i tedeschi o i francesi quali subdoli "nemici della nostra economia" è operazione azzardata e qualunquista (ovvio che anche loro debbano ringraziare gli italiani ogni volta che bevono un nostro vino o mangiano un nostro prodotto...), decisamente furba e, per questo motivo, assolutamente non condivisibile.

Mi viene da pensare che, per essere arrivati a questo, i managers (e, con loro, i pubblicitari) torinesi devono essere veramente disperati. A quando le tetre vignette di stranieri dal ghigno luciferino con rapaci mani protese sulla nostra bandiera?

28.4.05

Liberàti dalla Liberazione

Lunedì scorso, 25 aprile, di primo mattino ho sentito dire in giro che in altri tempi si sarebbe festeggiato il 60° anniversario della Liberazione.

Attento e guardingo, ho provato a reperire maggiori informazioni sull'ambigua soppressione nazionale setacciando i palinsesti televisivi pubblici e privati, speranzoso - quantomeno - di intuire i motivi della cancellazione di tale ricorrenza dal patrimonio culturale e democratico di questo curioso Paese.
Nell'usuale e desolante vuoto informativo quotidiano, offerto ormai senza tregua da quella specie di servizio statale che è divenuta la RAI, ho scoperto così con amarezza che a parte l'emittente carbonara RaiTre, notoriamente gestita da "comunisti" senza patria e senza scrupolo e destinata ad un pubblico fondamentalmente anarco-insurrezionalista, una certa Storia (con la S maiuscola) sembra effettivamente apparire troppo "scomoda" per meritarne la diffusione e la divulgazione pubblica.
Tralasciando, come ho detto, quel canale per canuti rivoluzionari e neo-disobbedienti (mantenuto probabilmente in funzione dalla Rai per sedare possibili sollevazioni bolsceviche e dare un contentino all'imborghesita opposizione), nessun - dico NESSUN - canale ha osato interferire con quest'aria da 'nuovo che avanza' e modificare il tradizionale palinsesto a favore di trasmissioni di approfondimento che non fossero bi-partisan e fondamentalmente sottoposte ad un ingrato ed antistorico "volemose bene".
Contemporaneamente assistiamo alla beatificazione di Alcide De Gasperi e di Pio XII, rispettivamente su RaiUno e Retequattro, unici 'testimonials' - aprovati dalla Real Casa di Arcore - di un processo tanto sofferto quanto complesso (anche per il numero di schieramenti politici coinvolti) quale è stata la Liberazione dall'oppressione nazifascista.

A questo punto non stupiamoci se Paolo Del Debbio ci riferisce, con amaro sarcasmo, che molti giovani credono che il 25 aprile 1945 l'Italia sia stata liberata dal giogo napoleonico...

19.4.05

Ciao, comignolo...

Pochi minuti fa è stato eletto il nuovo Papa. Rimaniamo in attesa di conoscerne il nome scelto, l'identità e - soprattutto - il volto.

Nel frattempo salutiamo amaramente un amico multimediale incontrato ma ostentatamente (e fissamente) sorvegliato solo negli ultimi giorni: il comignolo posto sulla sommità della Cappella Sistina.

Personaggio televisivo per eccellenza di questi tempi, vouyeristici fino allo spasmo, il buon comignolo ha accompagnato - silenziosamente e teneramente, nella sua sgangherata ma svettante silhouette - telegiornali, documentari, fiction e approfondimenti in modo quasi antropomorfo: come non riconoscere in lui, infatti, quei personaggi che, loro malgrado, a causa della propria posizione vivono sotto lo sguardo morboso ed anelante di moltitudini catodiche?

Arrivederci, amico comignolo.

14.4.05

L'occupazione...

Et voilà.




Personalmente ho sempre ritenuto la fotografia di Hitler in visita alla ormai "propria" Tour Eiffel - scattata nell'estate del 1940 - l'emblema più drammatico della progressiva occupazione europea nazista. Vedere, infatti, un simbolo contestualizzato in un habitat non proprio, ovvero l'inquietante cancelliere tedesco passeggiare in uno sfondo da romantica cartolina d'inizio '900, è personalmente recepito come il metodo più spiazzante ed aggressivo per trasmettere un messaggio.

Fatte le dovute proporzioni, ho provato la stessa sensazione pochi giorni fa seguendo una puntata del programma "Confronti" diretta dal leghistone Gigi Moncalvo. Tale trasmissione ha la pretesa di mettere a confronto due opinioni differenti in un confronto "all'americana" (i due invitati si scambiano punti di vista ritti in piedi di fronte al conduttore). Venerdì scorso, i due contendenti (?) Vittorio Feltri e Paolo Liguori si sono confrontati sull'ipotesi di nominare senatrice a vita Oriana Fallaci.

Tutto, dico TUTTO in tale trasmissione era fuori luogo. Dal tasso di leghismo-qualunquismo del "nuovo che avanza" mai così dominante - anzi, assoluto - in un programma Rai (ecco la sensazione di esplicita 'occupazione' di cui sopra), al Segno della Croce iniziale del conduttore, assolutamente grottesco e forzatamente anticonvenzionale da apparire involontariamente ridicolo; dall'ipotesi di riconoscimento - tardivo - dei meriti della Fallaci (assurta a 'maitre-a-penser' della Nuova Destra dai tempi delle sue senili crociate antislamiche) ipotizzando un suo presumibile rifiuto preventivo di tale carica (che, montanellianemente parlando, risulta incompatibile con gli ideali della destinataria), agli ammiccamenti tra il Feltri, il Liguori e il Moncalvo.... stucchevoli e falsamente obbiettivi.

Una Rai non più solo "alla frutta", ma quasi al digestivo.




Modificato il 29 giugno 2007. Le parti in neretto del post contengono delle minime correzioni ortografiche al post originale, noto alle cronache e ritenuto dal G.I.P. della Procura di Alessandria non diffamatorio. L'opposizione della controparte a tale giudizio è stata a sua volta respinta. Pur conscio di tali errori di battitura, lesivi - questi sì - della mia reputazione di scribacchino, ho atteso che il magistrato concludesse il procedimento per intervenire con le correzioni.
Il post, in fin dei conti, non è un granché... vero? A me, ad esempio, non è mai piaciuto particolarmente.

11.4.05

La Settimana Enigmistica

Un paio di giorni fa il telegiornale di Sky TG 24, descrivendo la tomba papale agli ansiosi telespettatori, ha insistito più volte - dalla voce di diversi giornalisti - sull'ìncisione dorata a decoro, rappresentante il "nome del Pontefice e l'anagramma di Cristo". Voglio pensare (e sperare) che sempre gli stessi telespettatori, ora più incuriositi che assetati di notizie, si siano chiesti che effetto avrebbe fatto il nome di Giovanni Paolo II accostato ad un termine quale "Trisco", "Ristco" o "Ctriso" (ovvero l'anagramma del nome di Cristo).
Nessuno ha spiegato a questi "avventori della notizia" che il Crisma, ovvero il simbolo paleocristiano della Chi-Ro (ovvero le iniziali greche del nome Christos=Cristo) rappresentano il MONOGRAMMA, e non l'ANAGRAMMA del Nazareno?



P.S.: Di seguito la definizione accademica...

"Monogramma cristologico: intreccio delle lettere greche X e P, a volte complicate dalla croce. È detto anche chrismon o monogramma costantiniano. Quando il X assume la forma aperta di una croce, il monogramma è definito croce monogrammatica. La sigla può anche essere formata dalle lettere greche I e H, poi latinizzate nella comune forma IHS".