29.3.05

Seconda mano...

Lo zapping notturno mi ha portato - l'altra sera - ad imbattermi in due episodi esemplari, su diversi livelli 'filosofici', di realtà televisive locali.

Prima escursione: Radio Televisione Sammarinese. Incredibilmente, per una volta, non stavano trasmettendo fiction di terza mano nazionale (Amico Mio, Dov'é Anna... più diverse biografie storiche) ma "Tram-Busto", un format a cavallo tra Striscia la Notizia, Zelig e Mai dire Domenica della Gialappa's. Durante il caotico svolgimento della trasmissione emergeva - parallelamente alla lena e alla buona volontà degli autori/conduttori - un amaro retrogusto di "vorrei ma non posso", ai limiti del trash e tipico dei riciclaggi di provincia, mai all'altezza "dell'originale e dell'originalità" (i soliti commenti fuori campo, le beote veline, l'esasperante caratterizzazione delle macchiette, la burrascosa modalità di ripresa)... tutto appare scontato, già visto: in una parola "di seconda mano".

Cambio canale: su RaiTre trasmettono una nuova puntata dell'ormai celebre "Gente di Notte". Questa sera, tra gli altri, verranno seguiti i conduttori della trasmissione napoletana "Guàrdate 'a Castagna", versione partenopea di Striscia la Notizia (con tanto di Veline-Castagnelle ma tanta, tanta autoironia e coinvolgente genuinità in più), dalla quale trae ispirazione innovando i singoli servizi e aggiornandone lo spirito con un'allegria paesana e verace. Assistiamo quindi alla "serenata su richiesta": l'innamorato chiama la Redazione, che si presenta prontamente sotto al terrazzo dell'amata con tanto di orchestrina e telecamere. Seguono le porte aperte sul pianerottolo e un invito a cena, offerto dal Committente agli amici/telespettatori del quartiere, compresi cameraman e passanti. Bello, divertente e originale. Parla il factotum della trasmissione, Angelo, che afferma con serafica fierezza "Non esiste la televisione di serie A o di serie B: esiste la TELEVISIONE".

Ecco un bell'esempio d'iniziativa locale, dalla quale la televisione nazionale dovrebbe trarre qualche spunto di intelligente intraprendenza...

24.3.05

Sbrigate Rosse

Lunedì 21 marzo, alle ore 22:50, durante la trasmissione "La Storia siamo Noi" (lodevole iniziativa editoriale che ha permesso il riciclaggio in RAI del craxiano Minoli) abbiamo assisitito ad un non meglio identificato "tentativo di salotto" fra l'ex brigatista Adriana Faranda e l'ex Ministro degli Interni (nonché scleroticissimo Presidente) Francesco Kossiga.

Durante gli interminabili (per una volta) sessanta minuti di trasmissione, i due "pentiti" (l'una della lotta armata, l'altro di non aver fatto abbastanza per salvare Moro) non hanno fatto altro che menarsi delle gran pacche sulle spalle e cercare pedantemente di superare l'avversario in amarezza e frustrazione ("io sono più colpevole di te", "io dormo meno la notte di te"), quasi come due amici al bar che cerchino di pagarsi il caffé l'un l'altro, senza mai riuscirci... dando così vita ad una nenia ridondante e (francamente) irritante.

Vediamo così i due amiconi, tra una nocciolina e un Ritz, offrirsi Campari morali a vicenda e liquidare il sanguinoso (e impenetrabile) reticolo della commistione politica-terrorismo in confidenziali e consolatòri sorrisi, con qualche concessione al segretucolo da Scoop di Stato (Francesco perde il pelo...) buttato lì tra un Martini e un'oliva.

Diceva Paolo Rossi, in tempi non sospetti: "Cosa ci aspettiamo da uno che ci dice come va a finire Beautiful ma non ci dice come è andato a finire Moro"?

15.3.05

"Cambiamo decisamente argomento"

Per dirla come il mio (caro) amico PeterPun, negli ultimi mesi si è diffusa l'irritante manìa lessicale di frapporre - fra un servizio e l'altro - del TG1 delle 13:30 questa (ed altre) frasi maledette.

La bionda e svampita conduttrice dell'edizione prandiale, segno dei magri tempi intellettuali imposti dal Mimun, fa continuamente sfoggio di questo intercalare, esibendo - nel contempo - un beota sorriso da bottega di alimentari ("altro, siòra?"), o da vaporosa spruzzata da coiffeur ("si piace, siòra?")...

Che si tratti del passaggio tra la cronaca nera e la politica, o tra un bollettino di guerra e la domenica calcistica, il deciso cambio di argomento viene sempre sottolineato con ridanciana solerzia. Anche se, oggettivamente, dati i toni utilizzati dagli schieramenti politici (estremamente aggressivi) e le violenze negli stadi (dove il sangue scorre regolarmente), il limite contestuale si è assottigliato tanto da rendersi quasi irriconoscibile.

Coloro che, almeno sulla carta, dovrebbero rappresentare un modello linguistico e culturale, almeno per i più giovani, stanno sempre più conformandosi al gergo approsimativo e ridondante della quotidianità.

Mamma mia!

10.3.05

Peter says...

"Un onda s'innalzò fino alle stelle
e spazzò via dal video le gemelle"

Lecciso, obviously.

Il "panino" di Mimun...

I vituperati risultati della tecnica del "panino" informativo del TG di Mimum, ogni giorno ci sorprendono ed inquietano.
Oggi, alle 13:30, è stato il caso della cornicetta alla folle idea - paramedievale - della Lega di reintrodurre i "dazi doganali" sui beni importati da "paesi che praticano la concorrenza sleale".

A parte il fatto che vorrei cercare di capire esattamente il significato economico e legale di "concorrenza sleale" (che sarebbe praticato da quei paesi, come la Cina, che beneficiano di manodopera a basso costo per vendere - appunto - beni a prezzo irrisorio) e come essso cozzi contro il principio cardine della società liberale di "libero mercato", molti imprenditori nostrani che vantano pluriennali reputazioni artigianali "made in Italy" ormai fanno assemblare qualsiasi prodotto in Sri Lanka o Banlgadesh. Mica scemi, lorsignori!?!

A tale, esilarante valutazione e divulgazione socio-economica è seguito un servizio su un gruppetto di cinesini che avrebbe fatto irruzione in un deposito della Guardia di Finanza per riprendersi la propria merce sequestrata. Negli scatoloni, oltre a giocattoli, vestiti, ammenicoli e inutili gadgets, comparivano anche elettrostimolatori e ciucci per bambini "pericolosissimi per la salute, in alcuni casi mortali in quanto privi del marchio CE".

Un dazio doganale ci salverà?